NUOVA
LEGGE PER L'EDITORIA NEL LAZIO. AIUTI ANCHE ALLE TESTATE
ONLINE
Fonte: FarodiRoma.it
Il Consiglio regionale del Lazio, presieduto dal presidente
Daniele Leodori e dal vicepresidente Francesco Storace, ha
approvato il 5 ottobre a maggioranza (34 voti a favore, 6
contrari), con alcuni emendamenti, la proposta di legge
regionale n. 210 ‘Disposizioni di riordino in materia di
informazione e comunicazione’ del 30 settembre 2014
d’iniziativa dei consiglieri Giuseppe Emanuele Cangemi,
Marta Bonafoni, Giuseppe Simeone, Gino De Paolis,
Massimiliano Valeriani, Baldassarre Favara. Per la Giunta è
intervenuta l’assessore alle Politiche del bilancio,
Patrimonio e Demanio, Alessandra Sartore. In un tweet il
Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, espime
soddisfazione: “Approvata la legge sull’informazione.
Sosteniamo editoria, lavoratori e giornalismo. Pluralismo
vuol dire democrazia più viva, grazie ai consiglieri”. Lo
stanziamento è di 1,95 milioni di euro per il triennio
2016-2018 per il “Fondo per il sostegno del pluralismo
dell’informazione e della comunicazione istituzionale” (750
mila euro per la parte corrente e 1,2 milioni di euro in
conto capitale).
La legge regionale prevede interventi a favore
dell’editoria, delle emittenti radiotelevisive e delle
testate on line locali, della distribuzione locale e dei
punti vendita della stampa quotidiana e periodica e del
sistema integrato delle comunicazioni di pubblica utilità.
Con questa legge la Regione promuove inoltre studi e
ricerche, corsi di formazione e riqualificazione
professionale rivolti ai giornalisti e operatori del
settore, nonché progetti di mediattivismo e produzione
indipendente di informazione nelle scuole con l’obiettivo di
formare cittadini impegnati a sperimentare attivamente e
collettivamente forme di autogestione della comunicazione.
Un intero Capo detta la nuova disciplina del Comitato
regionale per le comunicazioni (Corecom), organo funzionale
dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e organo
di consulenza, gestione e controllo della Regione in materia
al quale la legge attribuisce 250 mila euro. Un altro Capo
tratta i compiti della concessionaria del servizio pubblico
radiotelevisivo in ambito regionale e quelli della
commissione regionale di vigilanza sul pluralismo
dell’informazione che svolge funzioni di monitoraggio
dell’informazione resa dalla concessionaria del servizio
pubblico radiotelevisivo regionale e vigila sulla corretta
applicazione delle disposizioni in materia di accesso alla
programmazione. Viene infine disciplinata l’informazione e
la comunicazione istituzionale. L’emendamento a firma
Bonafoni, Fichera, Petrassi, Favara, che disponeva
l’applicazione del contratto nazionale di lavoro
giornalistico ai giornalisti dell’ufficio stampa del
Consiglio e della Giunta regionali è stato ritirato a causa
delle “perplessità” espresse dall’ufficio legislativo del
Consiglio “in ordine alla legittimità costituzionale delle
disposizioni contenute”.
Su questo emendamento si è acceso il dibattito nel corso del
quale alcuni consiglieri (Antonello Aurigemma capogruppo
Pdl-FI), Cangemi, Devid Porrello, capogruppo M5s) hanno
evidenziato disparità di trattamento tra giornalisti che
svolgono le stesse mansioni negli uffici stampa di Giunta e
Consiglio e come il problema del Cnlg andava risolto in Aula
oggi. Invece, con un ordine del giorno presentato dagli
stessi firmatari dell’emendamento ritirato, il Consiglio
regionale ha impegnato la Giunta e l’assessore competente a
valutare “nella prima sessione utile di discussione del
bilancio regionale, la possibilità di applicazione del Cnlg
al personale iscritto all’Albo nazionale dei giornalisti che
svolge attività di informazione presso gli uffici stampa
della Giunta e del Consiglio regionali”. L’ordine impegna
altresì la Giunta affinché la valutazione dei profili
professionali di questi addetti stampa sia regolata tramite
contrattazione con l’intervento dei rappresentanti sindacali
dei giornalisti.
“Due le novità intervenute nel frattempo a livello nazionale
e internazionale”, ha dichiarato Bonafoni ricordando che
questa legge regionale, “alla quale abbiamo lavorato
alacremente in commissione per tanti mesi”, torna ad essere
innovata dopo 18 anni. Ieri la Camera ha approvato una
”riformona” (il ddl sull’editoria, cfr. notizia precedente)
che ci fa dire che c’è una sincronia nell’approccio in
questo settore. L’altra arriva dal Centro studi del
Parlamento europeo che pone una retta fra la debolezza del
sistema e la debolezza del pluralismo”. Il tentativo è
quello di dare un impulso al settore “con dei contributi non
a pioggia, ma prevedendo dei requisiti precisi. C’è
moltissima formazione, dignità del lavoro, lotta alla
disoccupazione”. “Termina un lunghissimo lavoro che è
iniziato quasi con i primi giorni della nostra legislatura,
per andare a colmare un vuoto legislativo di quasi venti
anni”, ha ricordato Cangemi. “Un lavoro difficile perché la
commissione è composta in maniera trasversale, l’unica
guidata da un’esponente della minoranza. In dieci audizioni
e sedute, oltre cento operatori, addetti del settore,
sindacati si sono alternati in commissione. Credo che mai si
sia fatto in commissione un lavoro di questo tipo”.
“Il lavoro che ha accompagnato questa proposta di legge è
stato impegnativo per davvero”, ha ribadito Valeriani.
”Voglio testimoniare quanto è stato puntuale il lavoro di
ascolto per una legge attesa da tantissimi anni, dal 1998,
che arriva a compimento. Era perfettibile, migliorabile?
Forse sì. Però c’è stata tanta buona volontà. Ci sono un bel
po’ di soldi a disposizione di un comparto in difficoltà;
spero che questa legge possa essere un punto di riferimento
importante per gli operatori del territorio”. “Era
un’occasione importante, si poteva avere più coraggio”, il
commento di Davide Barillari che ha presentato numerosi
emendamenti, alcuni accolti, la maggior parte respinti. “Non
c’è democrazia senza pluralismo e imparzialità
dell’informazione”, ha detto citando un messaggio del
Presidente Ciampi alle Camere. “Noi non abbiamo dato nessuna
risposta. Non c’è stato nessun dialogo in quest’Aula nelle
tre sedute fatte. Una legge che parla di pluralismo non è
stata pluralista in Aula. I 2 milioni? Sono anche troppi. I
beneficiari come le start-up vanno benissimo, ma diamo
spazio anche a studiosi ed esperti, ad agenzie di stampa”.
Simeone ha ringraziato per il “lavoro straordinario che il
presidente Cangemi ha fatto per portare all’approvazione di
questa legge regionale. Ha cercato da subito il contatto con
la maggioranza, come è giusto. C’è stata una bella
condivisione, una sfida che può essere fatta anche per le
altre proposte di legge”, ha augurato ricordando che la
legge contiene ”qualcosa che questo Consiglio aspettava da
anni. Intanto c’è anche una base di partenza, una
disponibilità finanziaria che non c’era”.
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all'articolo originale:
http://www.farodiroma.it/2016/10/06/nuova-legge-per-leditoria-nel-lazio-aiuti-anche-alle-testate-online/
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