STORIA DEL GIORNALISMO MODERNO
Da Gutenberg a Pulitzer
Autore: Matteo Liberti
Fonte: InStoria.it
Alcune forme di diffusione delle notizie sono con facilità
rintracciabili nelle epoche e tra le civiltà più antiche,
laddove erano strettamente connesse all’ambito militare e
politico della società, al momento della battaglia e a
quello del foro.
Una professionalità, slegata almeno formalmente da ogni tipo
di regime governativo, legata all’ambito dell’informazione è
cosa però abbastanza recente, ma tanto più lo è il contesto
in cui il giornalismo può esistere: un buon numero di
lettori, di utenti dell’informazione...
Elemento fondamentale perché questo contesto si venisse a
creare fu senza dubbio l’invenzione della stampa a caratteri
mobili da parte di Gutenberg, che rese possibile
innanzitutto l'abbassamento dei prezzi dei libri, oggetti
fino a quel momento riservati ad ambienti esclusivi e
ristretti. Ricordiamo che il primo libro ad essere stampato
fu una Bibbia, cui Gutenberg lavorò tra il 1448 ed il 1454
insieme all'incisore Peter Schöffer.
Le prime applicazioni della nuova invenzione furono legate
ai notiziari emessi dalle compagnie di navigazione, che
riportavano notizie di carattere prettamente commerciale e,
saltuariamente, politico.
Gli antenati degli odierni giornali, conosciuti in Francia
con il nome canard, iniziarono a circolare, soprattutto tra
commercianti e banchieri, verso il finire del '400, per poi
avere una forte espansione nella prima metà del '500.
Mancavano di una periodicità regolare, ma erano pur sempre
rappresentativi di un interesse crescente per la diffusione
e lo scambio di informazioni e notizie legate all'attualità.
Nel mondo anglosassone, i primi predecessori del giornale
moderno furono invece i cosiddetti corantos, opuscoli che
raccoglievano notizie riguardanti solo determinati eventi
degni di rilievo.
Le prime pubblicazioni di carattere prettamente
giornalistico nacquero all’inizio del '600.
Tra queste, la Nieuwe Antwerwsche Tijdinghe di Anversa, il
tedesco Frankfurter Journal, l’inglese The Weekly News e la
francese Gazette, patrocinata dal cardinale Richelieu. Si
trattava di prodotti di formato piccolo e con una
periodicità soprattutto settimanale. Alcune contenevano
pregiate illustrazioni di battaglie o ritratti di sovrani ed
uomini politici…
Per quanto riguarda l'Italia, i primi periodici di cui si ha
notizia nascono tra la fine degli anni trenta e la metà dei
quaranta, nelle principali città del centro e del nord. Il
sud arriva subito dopo, con le prime pubblicazioni in
Sicilia ed a Napoli negli anni settanta.
Caratteristica delle pubblicazioni italiane era l’assenza di
una vera e propria titolazione, in favore di una struttura
simile a un semplice contenitore di notizie.
I primi esempi di stampa periodica a carattere non
informativo compaiono intorno alla metà del Seicento: si
tratta soprattutto di pubblicazioni a carattere letterario,
culturale o scientifico. Un esempio è dato dal settimanale
Journal des Savants, pubblicato a Parigi nel gennaio 1665.
La formula del giornale letterario sarà successivamente
importata con successo anche in Italia, grazie al romano Il
giornale dei letterati (1668) ed al veneziano Giornale dei
letterati d’Italia (1710). Quello che diverrà però il vero
punto di riferimento per gli illuministi italiani è Il Caffè
di Pietro Verri, uscito la prima volta nel 1764.
Il primo quotidiano nasce invece a Lipsia, nel 1660. Nome
del giornale: Leipziger Zeitung.
Sei anni più tardi è la volta dell’Inghilterra, con la
London Gazette.
Sotto la spinta delle rivoluzioni industriale e francese, i
quotidiani aumentarono progressivamente la loro diffusione,
soprattutto in Inghilterra, mentre negli Stati Uniti
d'America il primo giornale viene stampato a Boston nel
1690. Pubblicato però senza autorità, viene però
immediatamente soppresso.
Il primo giornale riuscito fu allora il bollettino di
Boston, nel 1704.
Negli Stati Uniti la stampa trova pieno sviluppo con un
certo anticipo rispetto all’Europa, e questo avviene
soprattutto grazie al Primo Emendamento della carta
costituzionale, che prescrive un grado notevole di libertà
di stampa…
Durante la guerra di indipendenza, la richiesta senza
precedenti di notizie fresche e veritiere trasformò il
giornalismo in una vera e propria forza dinamica della vita
nazionale; il giornale inteso in senso pienamente moderno
nasce non a caso proprio negli Stati Uniti, negli anni
Trenta dell'Ottocento, all'epoca della cosiddetta
rivoluzione della Penny Press.
Il nome era dato dalla nuova consuetudine della vendita del
quotidiano direttamente nelle strade e nelle piazze, per
mezzo dei cosiddetti strilloni e al prezzo di un penny...
Nel settembre del 1833 nasce il The New York Sun, che in
pochi mesi raggiunge le quattromila copie ed in due anni le
quindicimila. Nel 1835 nasce il New York Tribune, seguito
nel 1839 dal New Morning Herald.
Il New York Tribune, nel 1859, è il primo ad inaugurare un
nuovo genere giornalistico: l’intervista. Non c'è più
bisogno di attendere l'evento giornalistico, ora lo si può
provocare...
Lo stesso giornale inaugurerà anche la prassi delle edizioni
straordinarie in occasione di eventi di particolare
rilevanza e dedicherà ampio spazio alla cronaca nera e
all’informazione economica e sportiva.
Il successo di questo genere di pubblicazione è immediato.
I nomi dei giornali cessano in questo periodo di richiamare
il puro lessico commerciale tipico delle gazzette del secolo
precedente, per assumere nomi suggestivi e più adatti al
gusto dei nuovi lettori. Oltre a ciò, si verificano due
importanti cambiamenti all’interno del mondo giornalistico.
Il primo cambiamento è rappresentato dalla crescente
presenza della pubblicità, che finisce ad un certo punto per
entrare negli stessi articoli di cronaca...
Il secondo riguarda la selezione delle notizie secondo la
loro natura non più necessariamente politicizzata, ma legata
anche a fatti di cronaca, dei quali interessano la
stranezza, la singolarità, la carica emotiva e la capacità
di evocare il vissuto personale dei lettori. La scuola del
New York Tribune ha fatto seguaci: la cronaca inaugura una
nuova prospettiva della notizia stessa, potendo interessare
indistintamente (a differenza della politica) tutte le
classi ed i contesti sociali e culturali.
Il nuovo giornalismo contribuisce a cambiare lo stesso
atteggiamento dei lettori verso i fatti del mondo: tende ad
abbattere la riservatezza della sfera privata dell’esistenza
per dare addirittura l’impressione di poter difendere i
cittadini contro gli abusi dei potenti…
In Italia la gran maggioranza dei giornali tuttora in
circolazione nacque, in contesti più artigianali che
proto-industriali, durante il Risorgimento e particolarmente
nei primi anni di unità nazionale. Già nel '600 le prime
gazzette, facendo seguito ai fogli e dagli avvisi affissi
generalmente alle porte delle chiese, riportavano alcune
notizie locali ed informazioni su avvenimenti esteri, ma è
solo nel '700 che i primi giornali vedranno la luce della
loro nascita. Si trattava però essenzialmente di traduzioni
di giornali stranieri e dal contenuto spesso letterario,
destinati ancora ad una ristretta elite di persone.
Il giornalismo italiano compirà sensibili progressi nel
periodo successivo alla rivoluzione francese, soprattutto
grazie all'ampliamento dei temi trattati.
Dopo la metà del secolo, come si accennava, in pieno
risorgimento, nasceranno i primi grandi organi di stampa.
La Nazione esce nel 1859, il Corriere della Sera nel 1876.
Tornando a parlare di giornalismo e giornali in una
panoramica più ampia, è questa anche la fase in cui si
sviluppa una nuova cultura della notizia come merce, il cui
unico parametro di riferimento inizia a diventare il
mercato…
Oltre a ciò, nella seconda metà dell’ottocento, l’attività
redazionale si specializza, abbandonando definitivamente il
suo carattere letterario per assumere quello del giornalismo
professionale.
L’espansione dei quotidiani popolari, che in poco tempo
raggiungono il milione di copie, deriva in particolar modo
dalla spregiudicatezza dei giornalisti per i quali il telos
professionale diventa lo scoop, scovare cioè le notizie
prima della concorrenza per vendere un numero sempre più
consistente di copie.
Questo tipo di giornalismo si sublimerà poi nel corso del
novecento. Tra i suoi pionieri ci fu Joseph Pulizer, che
scriveva sul Saint Louis Post Dispatch e che è ancora
conosciuto ai nostri giorni per il più ambito premio
giornalistico.
Pensato dal giornalista americano, questo verrà assegnato
per la prima volta sei anni dopo la sua morte, nel 1917.
Stava iniziando intanto in nuovo mondo, un nuovo secolo.
Quel secolo breve che vedrà il giornalismo entrare nella
vita politica e nelle esistenze di tutti, ancor più con la
diffusione, nell’ordine, di Radio, Televisione e Internet.
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all'articolo originale:
www.instoria.it/home/storia_giornalismo.htm
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